Faithful

People around the world
Se qualcuno dice "Giro del Mondo" mi vengono in mente le fantasie di quando ero bambino. Mi viene in mente Salgari o il dirigibile illustrato di "quel" Giro del Mondo. Ottanta giorni. Un sogno antico, con dentro i profumi dell'infanzia e i desideri dell'età adulta.
Luoghi, incontri, avventure. Ci sono i viaggi, moltissimi, nella vita di un fotografo. Questo è diverso. Questo è un unico volo, un Giro del Mondo, appunto, il mio. Una traversata particolare, per molte ragioni. Irripetibile e memorabile nelle intenzioni, nella memoria e, forse, nelle fotografie.
Le intenzioni: molto semplici, comprensibili. Si trattava di raccontare la storia di un'azienda che compie 70 anni. L'azienda è il Maglificio Fedeli. Un marchio, una famiglia e un'idea così bella e forte da evitare la retorica della celebrazione.
Viaggiare in compagnia di un maglione e di una macchina fotografica.
Un maglione nero come un simbolo, non soltanto di Fedeli. Un simbolo di comunicazione. Una sintesi. Un filo di lana, appunto, capace di tenere assieme persone lontanissime. Uomini e donne che popolano luoghi diversi ma che in qualche modo si guardano, si riconoscono, si mettono in relazione. Comunicano, respirano un'aria che a tutti appartiene.
Così questo Giro del Mondo è in realtà la storia di molti incontri. Volti, rughe, occhi, espressioni, persino voci. Ho cercato le persone. Persone con attorno una cornice che a loro appartiene, con un segno addosso che appartiene a tutti. Un segno universale. Ho avuto a che fare, molte volte, con la tenerezza abbinata alla forza. Meglio: con la forza, la potenza della tenerezza. Ed è questa sensazione, questa sequenza di emozioni che mi piacerebbe fosse ritrovata nelle fotografie. Chissà.
(Carlo Orsi, in Faithful. People around the world, Skira, Milano 2004, p. 7)
062-038-01
Scuola di danza. Reportage per il volume Faithful, 2003
San Pietroburgo (Russia)

Faithful


People around the world
Se qualcuno dice "Giro del Mondo" mi vengono in mente le fantasie di quando ero bambino. Mi viene in mente Salgari o il dirigibile illustrato di "quel" Giro del Mondo. Ottanta giorni. Un sogno antico, con dentro i profumi dell'infanzia e i desideri dell'età adulta.
Luoghi, incontri, avventure. Ci sono i viaggi, moltissimi, nella vita di un fotografo. Questo è diverso. Questo è un unico volo, un Giro del Mondo, appunto, il mio. Una traversata particolare, per molte ragioni. Irripetibile e memorabile nelle intenzioni, nella memoria e, forse, nelle fotografie.
Le intenzioni: molto semplici, comprensibili. Si trattava di raccontare la storia di un'azienda che compie 70 anni. L'azienda è il Maglificio Fedeli. Un marchio, una famiglia e un'idea così bella e forte da evitare la retorica della celebrazione.
Viaggiare in compagnia di un maglione e di una macchina fotografica.
Un maglione nero come un simbolo, non soltanto di Fedeli. Un simbolo di comunicazione. Una sintesi. Un filo di lana, appunto, capace di tenere assieme persone lontanissime. Uomini e donne che popolano luoghi diversi ma che in qualche modo si guardano, si riconoscono, si mettono in relazione. Comunicano, respirano un'aria che a tutti appartiene.
Così questo Giro del Mondo è in realtà la storia di molti incontri. Volti, rughe, occhi, espressioni, persino voci. Ho cercato le persone. Persone con attorno una cornice che a loro appartiene, con un segno addosso che appartiene a tutti. Un segno universale. Ho avuto a che fare, molte volte, con la tenerezza abbinata alla forza. Meglio: con la forza, la potenza della tenerezza. Ed è questa sensazione, questa sequenza di emozioni che mi piacerebbe fosse ritrovata nelle fotografie. Chissà.
(Carlo Orsi, in Faithful. People around the world, Skira, Milano 2004, p. 7)
062-019-20
Omaggio a Michelangelo Antonioni, 2003
Zabriskie Point, Death Valley, California (Stati Uniti)
062-059-21
Un re nel deserto, 2004
Shigatse (Tibet)
062-041-37
L'autore russo Vladimir Sorokin ritratto in esterno, 2004
Mosca (Russia)