Una veduta in divenire
Il Forte Belvedere michelangiolesco sembra una "astronave" che plana su Firenze e le sue colline, con un carico di materiale prezioso.
Qui la "visione d'insieme" delle sculture di Arnaldo Pomodoro è stata l'occasione meditata per sognare il futuro, non solo per ricostruire il passato di opere realizzate in tempi diversi. L'allestimento ha offerto nuovi spunti di lettura, prima forse inimmaginabili. [...]
Ora le fotografie di Carlo Orsi "fissano" per sempre non solo l'estensione dell’"allestimento", ma anche la "verticalità" vertiginosa o brancusiana di opere come Triad, monumentali colonne quasi a ridosso della città, Movimento di crollo e Colonna recisa trasversalmente, con il loro effetto-movimento manierista, fino alla Sfera nel cielo che pare una navicella spaziale.
C'è, in tutte queste immagini stupende, una suspense, del resto non estranea alla scultura dell'artista. Si pensi alla peculiarità dei pieni e dei vuoti di Pietrarubbia, alla quiete delle Forme del mito, allo scatto atletico dell'Omaggio a Boccioni, alla luminosità radiante del Grande disco, alla Sfera in bilico sul verde inclinato.
Nel libro le prime immagini riprendono le giornate lavorative, le successive "ricostruiscono" o meglio "suggeriscono" quel percorso in una luce diurna e notturna. Cerri ha ideato un continuum visivo, forse già previsto dallo stesso Orsi, tanto sono irripetibili i luoghi e i punti di vista delle opere.
(Italo Mussa, testo introduttivo, in Arnaldo Pomodoro al Forte di Belvedere, De Luca Editore, Roma 1986)
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